Renzi come Blair? A chi, come Ernesto Galli della Loggia sente profonda la crisi della sinistra, rispondono i sondaggi. Per il voto del 25 maggio, il Pd naviga intorno al 33 % dei consensi, come ai tempi di Berlinguer. Anche se è difficile da credere che non ci sia una polemica con Renzi da parte del vecchio gruppo dirigente, due Pd marceranno divisi e si presenteranno uniti all’appuntamento delle urne. Galli della Loggia lamenta il tardo nostalgicismo berlingueriano del film di Veltroni e ha ragione, ma anche quello fa brodo. La sinistra italiana non vuole ripetere alle europee il flop della gauche nelle amministrative in Francia. Dare trasparenza ai malumori, come quelli dell’assemblea di sabato a Roma, favorisce la mobilitazione dell’elettorato. Renzi si rivolge a quello esterno, i suoi rivali, invece, ai vecchi militanti all’interno. Magari ci sarà poi il regolamento di conti, intanto tutti puntano ad un successo che nelle urne sembra già in banca. Tanto più che l’avversario di sempre, la destra di Berlusconi è in pezzi. La frattura consumata nel Pdl, tra Forza Italia, Nuovo centro destra e Fratelli d’ Italia, aumenterà il distacco percentuale dal Pd a loro svantaggio. Forza Italia potrebbe faticare a raggiungere il 20 e Alfano persino a superare il 4%. Il leader di Ncd ha detto di voler costruire un’area moderata contrapposta alla sinistra. Al momento è alleato della sinistra e ha contribuito a sfasciare l’area moderata. Il futuro potrebbe dargli anche ragione, il voto del 25 maggio sarà comunque un disastro a meno che l’arrivo di Bonaiuti nello Ncd, ribalti gli equilibri, cosa di cui si può dubitare. Alle europee il Pd ha un solo autentico avversario, la lista di Grillo. Assunto un ruolo centrale per la stabilità italiana, interlocutore, per quanto possa essere critico, dell’Unione europea, il Pd trova in Grillo il suo competitor, quello che vuole far uscire l’Italia dalla moneta unica e magari pure rendere indipendente il Veneto. Renzi, da parte sua, in questi giorni ha prospettato cambiamenti e riforme dal sapore rivoluzionario. Dai costi della politica, all’attacco della pubblica amministrazione, fino alla riforma della Costituzione, il premier ha avviato un processo di trasformazione radicale della politica italiana. Poi si è inceppato sulle nomine degli enti pubblici, dimostrando come sia difficile cambiare davvero, e i vecchi metodi lottizzatori ancora prevalgano. Una battuta a vuoto non compromette comunque un disegno di cambiamento del Paese, capace di disinnescare Grillo e rendere la sinistra, come dice Galli della Loggia, irriconoscibile ai suoi stessi occhi. In Inghilterra ai tempi di Blair, il labour venne stravolto esattamente come rischia oggi di essere lo stesso Pd. I liberali britannici si sentirono sfidati sul loro terreno e reagirono chiudendosi all’opposizione. L’effetto della loro politica li ha schiacciati sui conservatori ed oggi che sono al governo, sono anche scomparsi elettoralmente. I liberali italiani che con le elezioni europee si stanno finalmente per riassemblare, ricordino questa lezione. Se Renzi fosse come Blair spaccherebbe la sinistra tradizionale e offrirebbe un’occasione al mondo liberale da sfruttare fino in fondo. Roma, 15 aprile 2014 |